Il peperoncino
Diversi utilizzi nella gastronomia dell’Alto Jonio calabrese

Quando si pensa al peperoncino, le prime immagini che ci scorrono
nella mente ci rimandano agli altopiani delle Ande( zona originale di
provenienza), o alla Calabria. Cristoforo Colombo al ritorno dai suoi viaggi si
immaginava che questa potesse essere una spezia da importare con interessante
profitto, ma ci si accorse ben presto che era più semplice e conveniente
coltivarla direttamente in Europa. L’alto jonio Cosentino così come tutta la
Calabria offre a chi la visita una natura varia e una cucina dalle note
piccanti e robuste. In cucina viene utilizzato sia fresco che essiccato o in
polvere per insaporire salse, sughi, ma anche carni, pesci, formaggi e salumi.
In alcuni casi viene impiegato non solo come aromatizzante ma proprio come
ingrediente vero e proprio. Nell’alto Jonio Cosentino è spesso associato a
cibi saporiti come la carne di maiale. L’esempio per antonomasia è la
‘Nnuglia, un insaccato fresco di carne di maiale, ottenuto
dall’unione di carne suina di terza scelta unita a rene, lingua , polmone e
stomaco bollito. L’impasto, salato viene arricchito di peperoncino ( nella
quantità desiderata a seconda dei gusti) insieme al finocchietto selvatico
calabrese e all’aglio. La
‘Nnuglia si gusta quasi fresca, con verdure
come i cavoli e le verze. Viene prodotta soprattutto nell’alto Jonio cosentino
ed è la versione meno nobile della
‘Nduja di Spilinga. Essa è un
salume povero, molto piccante, morbido e spalmabile con estrema facilità.
Appartiene alla tradizione gastronomica dell’altopiano del monte Poro, in
provincia di Vibo Valentia. Il salume è reperibile in vasetti, commercializzato
sottoforma di prodotto da spalmare oppure cotta con salsa con salsa di pomodoro
come condimento della pastasciutta. Il peperoncino armonizza bene il grasso
infatti degustando i prodotti della salumeria calabrese si avvertono infatti
sapori caldi, pieni dove i sapori sono esaltati senza essere coperti. Il
peperoncino pur avendo un sapore forte e robusto ben si presta a completare una
preparazione delicata come i bianchetti ( la neonata) che è una preparazione
ittica a base di novellame di pesce dove Trebisacce rientra tra le zone di
produzione più rinomate. Viene utilizzato come ingrediente anche nella salsiccia
e nella soppressata. Tipica ricetta di Amendolara è la “
sauzizza cu i
vrucculi i rapa”, della peperonata piccante, di peperoni e patate,
“
maccaruni a ferretto cu ‘nnuglia”, “
pipiruss gov e
sauzizza”, trippa e patate. Ben si presta sia al modo di cucinare
dell’entroterra che di quella delle fasce litoranee.
Ricetta proposta dallo chef:
Sauzizza cu cime i rapa ( salsiccia e cime di rapa)
Ingredienti per 6 persone:
600 g di salsiccia fresca,
500 g di cime di rapa,
2 spicchi d’aglio,
1 peperoncino rosso secco di media piccantezza,
Sale q.b.,
Olio extravergine
d’oliva q.b
Procedimento:
Mondate le cime di rapa e disponeteli un una pentola con un filo d’olio,
l’aglio e il peperoncino spezzettato. Lasciate cuocere le cime di rapa per circa
5 minuti e aggiungete un po’ di acqua se necessario. Tagliare a parte
la salsiccia a rondelle grosse e fatela soffriggere in una padella grande con un
po’ di olio. A questo punto aggiungere alla salsiccia le cime di rapa e fate
cuocere per circa dieci minuti e salare. Servire ben caldo con accanto del buon
pane dell’alto Jonio calabrese.
Articolo pubblicato sul mensile dell’Alto Jonio cosentino di attualità,
politica e cultura : “Confronti” N.5/6 2009
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